Everything Everywhere All at Once – Cangius Movies #134


Quando ho visto per la prima volta il trailer di Everything Everywhere All at Once devo essere sincero lo avevo etichettato come un filmetto banale sulle arti marziali, una versione sci-fi di John Wick e il fatto che la produzione era di fratelli Russo non accresceva in me molto ottimismo…l’unico elemento di tutto il film che mi faceva pensare che in realtà il progetto andava oltre le apparenze era la presenza della A24 come casa produttrice che non si cimenta mai con film banali e visto che negli ultimi mesi il film ha collezionato nomination e premi soprattutto nel circuito indipendente, ho capito che il realtà ero davanti a qualcosa di veramente diverso…e dopo averlo visto posso dire quanto lontana era la mi percezione del film rispetto alla realtà.

Una cosa che ho notato e che il film ha generato pareri molto contrastanti…o è piaciuto molto oppure è considerato un film quasi mediocre. Per quanto mi riguarda io mi trovo nel gruppo tra quelli a cui è piaciuto, l’ho trovato un film molto intelligente perché è riuscito a raccontare una storia classica vista e rivista mille volte in tutte le salse e in contesti molto diversi in un modo fresco e alternativo sfruttando un trend attuale ed efficace come il sci-fi e nello specifico il concetto di multiverso citato moltissimo in serie mainstream come The Big Theory e centrali in saghe supereroistiche di Marvel e DC…eppure il tutto ha un approccio diverso e originale sfruttando un percorso di probabilità più simile concettualmente a quello che vediamo in Sliding Doors, una sequela infiniti percorsi basati sulle scelte…un viaggio tra le probabilità connesse tra loro nell’accettare un disagio, il non aver paura di affrontare l’imbarazzo, un dolore, la vergogna…tutti sentimenti che servono per comprendere meglio quello che la reale trama, la difficoltà di accettare e di ascoltare noi stessi e noi nostri cari e vedere oltre le facciate…il film racconta in modo straordinario una vita ordinaria di una famiglia che non riesce a comunicare, che sfugge e non si trova e rischia di perdersi nella paura di evitare esporsi e di andare oltre una routine ingabbiante.

Credo sia complicato raccontare la storia di Everything Everywher All at Once…ma ci proverò. La protagonista di questo film è Evelyn una donna ordinaria e pragmatica di origini cinesi che è emigrata in America con suo marito, uomo mite, solare e all’apparenza frivolo…i due gestiscono insieme alla loro figlia, americana di nascita, una lavanderia a gettoni…tra i vari componenti della famiglia sembra non esserci un vero dialogo, ognuno sembra preso dalla sua vita tranne la figlia che cerca un modo per comunicare. Le loro vite cambieranno per sempre durante una normale dichiarazione dei redditi dove Evelyn sarà trascinata a forza in una lotta interdimensionale in cui dovrà lottare per salvare tutti i mondi del multiverso…Detta così sembra assurdo, infatti lo è…ma anche no.

La forza di questo film non è quasi interamente nella scrittura dei Daniels che oltre a dirigere magistralmente il film adattano una storia in modo razionale una trama che di razionale ha ben poco…ci sono citazioni e trovate interessantissime che celano mille significati diversi. Il cast è stato assolutamente fantastico, quando gli attori per primi si divertono ad interpretare certi ruoli riescono a trasmettere in modo diretto l’intento del film…Michelle Yeoh è stata straordinaria in questo film riuscendo a dare il suo personaggio diverse sfumatura dal goffo, al sensuale, altezzosa, romantica, ma a rubare la scena è Ke Huy Quan che dona al suo personaggio una dolcezza infinita rivelandosi un perno nell’intero racconto e come per la Yeoh mostra una grande capacità nell’alternare diverse personalità al suo personaggio…è una gioia vederlo tornare a lavorare ad un grande progetto e il suo discorso ai Golden Globe è stato di una dolcezza infinita.

Citando le parole di Thorin alla fine di Un viaggio inaspettato…Non mi sono mai sbagliato tanto in vita mia. Everything Everywhere All at Once si è rivelato non solo un film completamente diverso da quello che avevo immaginato dopo il primo trailer ma è tra i film che mi sono piaciuti di più nel 2022 e mi trovo d’accordo con i premi e i riconoscimenti che sta ottenendo e sarà tra i film per cui farò il tifo ai prossimi Oscar.

PRO
  • La scrittura è geniale non perchè riesce a raccontare qualcosa di nuovo o di particolarmente sorprendente ma nel come riesce a sfruttare gli archetipi moderni dei cinema d’azione e d’intrattenimento di massa per dipanare un trama semplice e poco originale proprio come i rapporti intergenerazionali tra genitori e figli, ma anche le dinamiche di coppia rendendole nuove e apparentemente fresche prendendosi dei rischi narrativi sfiorando spesso l’eccesso…ma alla fine ne esce un racconto di caos controllato
  • Il cast è assolutamente brillante e vive il film con grande trasporto e naturalezza dando una percezione di gioia nell’interpretare questo film…sono felicissimo per i riconoscimenti che sta ottenendo Ke Huy Quan
  • Il montaggio (insieme alla regia) è un elemento centrale nel modo in cui riescono a sfruttare l’idea del multiverso che mi ha ricordato molto Sliding Doors…un’intera rete di possibilità alternative basate solo sulle scelte…portando a diverse evoluzioni, non solo caratteriali e relazionali ma anche fisiche ed esistenziali
CONTRO
  • Il film non è di facile accesso, c’è chi rimane bloccato in superfice reagendo ad un semplice film action un pò caotico e nonsense con una trama e delle scene troppo sopra le righe

EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE (2022)

(Everything Everywhere All at Once) · USA · Azione · Avventura · Commedia

 

SINOSSI: Evelyn Wang è una donna ordinaria che gestisce una lavanderia a gettoni con suo marito, il suo mondo sconvolto quando viene trascinata in un’avventura folle in cui deve salvare il mondo esplorando altri universi che si collegano alle vite che avrebbe potuto condurre.

 

REGIA: Dan Kwan, Daniel Scheinert

CAST: Michelle Yeoh, Stephanie Hsu, Ke Huy Quan, James Hong, Jamie Lee Curtis, Tallie Medel, Jenny Slate, Harry Shum Jr., Randy Newman, Biff Wiff, Sunita Mani, Aaron Lazar

SCENEGGIATURA: Dan Kwan, Daniel Scheinert

PRODUZIONE: A24, AGBO Production, IAC Films, Year of The Rat

DISTRIBUZIONE: I Wonder Pictures

DURATA: 139 min